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Come Evitare Sprechi in Cucina

Esiste una mappa dello spreco in cucina suddivisa per regioni. Il cibo che buttiamo, frutta e verdura, la carne, il pesce, i formaggi, i prodotti in scadenza. Ce la fornisce Last Minute market, che si occupa di recuperare ciò che è ancora utile per darlo a chi ha bisogno.

Sprechiamo in modo diverso a seconda del posto in cui viviamo. Per dire
in Friuli Venezia Giulia e Lobardia Lombardia si butta perché “la verdura se non è appena raccolta va a male subito”
in Piemonte “fanno la spesa una volta alla settimana e non dura”
in Veneto “si comprano confezioni troppo grandi”
in Liguria “c’è la pura di restare con il frigo vuoto”
in Toscana “la spesa va a male”
in Emilia Romagna “si fanno acquisti superficiali e non piacciono”
nelle Marche “non sanno”
in Umbria “è colpa della maxi-confezioni”
nel Lazio “si acquista troppo cibo e rimane in frigo”
in Abruzzo e Puglia “si calcolano male le quantità”
in Campania “si cucina troppo rispetto al consumo”
in Basilicata “si butta appena il sapore cambia”
in Calabria “non si mangiano gli avanzi”
in Sicilia “non ha un buon sapore/un buon odore”
in Sardegna “si fa sempre una spesa esagerata”

In generale, al Sud si cucina troppo mentre al Nord si lasciano scadere i prodotti.

Cosa buttiamo maggiormente?
La frutta, il 54% delle persone intervistate ammette di buttarla più volte al mese,
le verdure fresche ( 50%)
il formaggio (33%).

In effetti sono dati impressionanti, più o meno la metà delle persone intervistate ha buttato più volte al mese frutta e verdura, almeno un terzo i formaggi. Spreconi e consumisti, così eravamo prima di capire, anche per effetto della crisi, che un altro modo c’è.

Cosa fate voi lettori per evitare gli sprechi? Ecco come, soprattutto negli ultimi tempi, i miei consumi si sono adeguati ai tempi duri:

Compro poco per volta, non faccio mai scorte di frutta e verdura per una intera settimana ma spezzo gli acquisti.

Conosco il mio frigo. Capisco che possa sembrare una follia, ma so esattamente cosa contiene in questo momento il frigo alle mie spalle. So anche dove sono le cose. Ho dovuto impararlo dopo aver dimenticato per intere epoche alcuni barattoli, che una volta rinvenuti, tuttavia, non avevano aumentato il loro valore.

Sono sposata a un chimico, il quale divertito dalla mia espressione terrorizzata per il latte scaduto il giorno prima, lo beve e mi rassicura sul significato di “Consumare entro” e “Consumare preferibilmente entro”. Oggi gli credo, ma è stata dura.

Quel che si cucina si mangia. E’ avanzato mezzo arrosto? Lo trasformo nel ripieno di un altra portata. Gli avanzi si cucinano non si buttano.

Faccio la raccolta differenziata in modo scientifico, ho imparato cosa e dove buttarla. Non compro prodotti sovra-imballati che occupano spazio in dispensa e mi impediscono di vedere cose c’è in fondo all’armadio.

Faccio la spesa sapendo, in linea di massima, cosa cucinerò. A parte gli acquisti d’impulso che spesso si rivelano inutili (un giorno vi parlerò dell’amaranto, il cereale), se pianifico i pasti riesco a limitarmi a ciò che realmente serve.

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