In prospettiva del rientro dalle vacanze, le correnti di pensiero sulla cura della casa si potrebbero scindere in due filoni principali.
Quelli che preferiscono abbandonarla allo stato brado – tanto che pulisco a fare che quando rientro ritroverò tonnellate di polvere a prescindere e quindi perché fare una fatica doppia? – e perciò si concentrano sulla preparazione della valigia da manuale, quella che genera fiumi di post illuminanti su internet e valanghe d’inchiostro sui giornali specializzati nel consiglio perfetto per far entrare il guardaroba di quattro persone, micro cane fashion incluso, in un mini trolley 25×40. Sono quelli che stilano l’elenco essenziale delle cose da non dimenticare, quelli che centellinano e ottimizzano tutti gli spazi disponibili e, alla fine, ci riescono sul serio a infilare dieci paia di scarpe nella valigetta di Barbie. In tutto ciò, però, presi dall’entusiasmo dei preparativi pre-vacanzieri, dimenticano per cinque giorni di pulire il bagno, accatastano in un armadio valanghe di panni da lavare che in villeggiatura non serviranno di certo. In villeggiatura no, ma al rientro magari sì. Sfido chiunque a ritrovare uno slip pulito nel caos del dopo vacanza. Non ne troverete né nelle valigie appena disfatte, né in casa se non vi organizzate per tempo.
Quelli che la tirano a lucido neanche dovesse materializzarsi all’improvviso in sala da pranzo uno dei soggetti che pullulano negli incubi della casalinga imperfetta – nella fattispecie la suocera precisina che detiene il record mondiale di strofinata acrobatica con il mocio per la categoria con spaccata delle gambe a freddo dal 1945, o giù di lì – oppure un ipotetico, sfortunatissimo, allagamento di casa che richiederà l’intervento dei vigili del fuoco. Ma sai che figura con il pompiere che si fionda in bagno alla ricerca del rubinetto generale dell’acqua e trova il fastidiosissimo filino di calcare sul bordo dello scarico del bidet? Noooo, ma per carità. Impensabile, inconcepibile, assolutamente pazzesco pensare di partire per le vacanze senza aver almeno disinfettato il divano con l’autoclave.
Ognuno, ovviamente, è liberissimo di gestire la faccenda come meglio crede. Volendo però analizzare i due atteggiamenti, direi che entrambi presentano difettucci strutturali non indifferenti. Nel primo caso si rischia veramente di ritrovarsi, al rientro, con una casa così sporca e ingestibile da vanificare tutti gli effetti benefici del relax vacanziero. Nel secondo caso, invece, potrebbero non essere sufficienti quindici giorni di vacanza per riprendersi dalla fatica di aver disincrostato la casa per non subire la fatica di disincrostarla al rientro. Orribile ammasso di parole per circoscrivere il concetto: troppa fatica inutile, in entrambi i casi. Meglio trovare una giusta via di mezzo.
Quello che mi permetto di consigliare è la tecnica del “lasciati almeno un paio di mutande/camicie/calzini/jeans puliti e stirati nei cassetti e la casa più o meno in ordine”. In cosa consiste? Nel buonsenso, principalmente. Ritengo potenzialmente letale andarsene in vacanza con due cestoni di panni sporchi da sistemare. Al rientro, diventeranno almeno quattro, se non cinque, e la situazione vi sfuggirà completamente di mano. Per “mantenere la casa più o meno in ordine” intendo dire una rapida ramazzata, spolverata, sistemata in giro. Dovrebbe essere ordinata, più che lustra. Questo vi consentirà di non andare in tilt quando disferete le valigie permettendovi, contestualmente, di recuperare in scioltezza i vostri figli. Altrimenti, ve lo assicuro, dieci a uno che nel caos generale riuscirete a disperderli senza possibilità di ritorno anche in 40 mq di appartamento.
Un ultimo suggerimento geniale, ma geniale sul serio, una roba che mi è costata anni e anni di scrupolosa meditazione, perché una idea del genere non è che ti viene in mente così, su due piedi: mentite spudoratamente a vostra suocera circa la data del rientro dalle ferie. Posticipatela, ma solo per lei, di almeno tre giorni. Questo vi consentirà di ricomporre la casa in modo dignitoso e di ritrovare, alla bisogna, il criceto che ospitavate prima di partire per le vacanze.