• Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Fioriamo Insieme

Cose da Sapere su Casa e Giardino

Home » Come Funziona il Filtro a Sabbia per Piscina

Come Funziona il Filtro a Sabbia per Piscina

In una piscina domestica o condominiale il filtro a sabbia è l’organo che fa la differenza tra acqua limpida e vasca lattiginosa. La sua funzione è trattenere particelle sospese—polveri, pollini, residui organici, fiocchi di calcare—che il solo cloro non elimina perché il disinfettante uccide i microrganismi ma non separa fisicamente lo sporco. Il filtro lavora in abbinata con la pompa: quest’ultima genera il flusso, il filtro seleziona ciò che deve restare intrappolato e rimanda in vasca l’acqua pulita. È un ciclo continuo, lento e costante, che passa decine di volte al giorno dalla superficie dei cestelli degli skimmer al letto filtrante e ritorno alle bocchette d’immissione.

Indice

  • 1 Il principio di funzionamento: un letto granulare che setaccia
  • 2 La valvola selettrice: una rotonda a più uscite
  • 3 Il manometro come indicatore di salute del letto filtrante
  • 4 Il controlavaggio spiegato bene: perché dura poco ma vale molto
  • 5 Dimensionamento: la coppia pompa-filtro decide qualità, rumore e consumi
  • 6 Il mezzo filtrante: sabbia quarzifera, vetro attivato e zeolite
  • 7 Chimica dell’acqua e resa del filtro: come si aiutano a vicenda
  • 8 Manutenzione stagionale e segnali da non ignorare
  • 9 Problemi tipici: pressione alta, cicli corti, sabbia in vasca
  • 10 Sicurezza, consumo d’acqua ed efficienza operativa
  • 11 Conclusioni

Il principio di funzionamento: un letto granulare che setaccia

Dentro al guscio del filtro, che può essere in vetroresina, polietilene o acciaio, si trova un letto di granuli—tradizionalmente sabbia di quarzo lavata—con granulometria calibrata. L’acqua spinta dalla pompa entra dall’alto, si distribuisce su un diffusore e attraversa il letto dall’alto verso il basso. Le particelle più grandi restano intrappolate negli strati superiori, quelle più fini penetrano un po’ di più e vengono catturate dalla tortuosità degli interstizi. Non è un setaccio a maglie fisse, ma un mezzo poroso: la combinazione di dimensione dei granuli, spessore del letto e velocità del flusso determina l’efficienza. Al fondo del serbatoio una rete di braccetti fessurati, chiamati laterali o collettori, raccoglie l’acqua filtrata e la invia di nuovo in vasca. Con sabbia 0,4–0,8 mm e una velocità di filtrazione corretta, un buon filtro intercetta tipicamente particelle dell’ordine di venti–quaranta micron; con coagulanti o con mezzi alternativi come vetro attivato e zeolite si può scendere ulteriormente perché i fiocchi diventano più grandi o perché la superficie del granulo aumenta.

La valvola selettrice: una rotonda a più uscite

Sopra o a fianco del filtro c’è la valvola a più vie, la cosiddetta multiport. È la “centralina di traffico” che indirizza l’acqua a seconda dell’operazione. Nella posizione di filtrazione il flusso segue il percorso alto-basso attraverso il letto e torna alle bocchette. In controlavaggio l’acqua entra dal basso, risale, fluidizza la sabbia e trascina lo sporco verso lo scarico; è il lavaggio all’indietro che rigenera il mezzo. Nella posizione di risciacquo il flusso torna alto-basso ma viene scaricato a rifiuto per qualche secondo, così il letto si ricompatta e non manda torbidità in vasca. Esistono poi la ricircolazione, che bypassa il filtro e rimanda l’acqua direttamente in piscina utile per mescolare prodotti senza caricare il letto, e lo scarico, che invia l’acqua all’esterno senza passare dal mezzo filtrante comodo per abbassare il livello o aspirare flocculi depositati sul fondo. La posizione “chiuso” si usa solo a pompa spenta, ad esempio durante manutenzioni, perché con la pompa in marcia provocherebbe sovrapressione. Una regola d’oro accompagna ogni manovra: la pompa deve essere sempre spenta prima di ruotare la leva, per non danneggiare guarnizioni e coperchio.

Il manometro come indicatore di salute del letto filtrante

Sul corpo della valvola o del filtro è montato un manometro. Quando il letto è pulito la pressione si colloca su un valore base che dipende dal dimensionamento dell’impianto; col passare delle ore di filtrazione le particelle intrappolate riducono la porosità e la perdita di carico aumenta, così l’indicatore sale. Il momento giusto per un controlavaggio si riconosce da un incremento rispetto al valore “pulito” di circa 0,2–0,3 bar. È un criterio migliore del calendario, perché tiene conto di quanto sporco effettivamente si è accumulato. Dopo un buon controlavaggio e il breve risciacquo, l’ago torna vicino al valore iniziale; se resta alto significa che il letto è compattato o canalizzato, oppure che la pompa sta lavorando oltre il flusso previsto.

Il controlavaggio spiegato bene: perché dura poco ma vale molto

Rigenerare il filtro non significa solo sciacquare via lo sporco. L’inversione di flusso rompe i canali preferenziali che col tempo si formano nel letto, riallinea i granuli e ristabilisce una distribuzione uniforme. Perché funzioni, la portata deve essere sufficiente a fluidizzare la sabbia senza espellerla; per questo i produttori indicano una portata massima di controlavaggio superiore a quella di filtrazione. In pratica si avvia la pompa in posizione controlavaggio per due–tre minuti, finché lo spioncino del rigetto mostra acqua limpida; poi si passa al risciacquo per venti–trenta secondi per ricompattare il letto e scaricare le ultime impurità. Se l’acqua del controlavaggio resta torbida a lungo, il filtro ha lavorato duro o la piscina è stata sottoposta a un evento anomalo come un temporale di sabbia o una fioritura algale.

Dimensionamento: la coppia pompa-filtro decide qualità, rumore e consumi

Un filtro a sabbia rende al meglio quando la velocità di filtrazione resta entro i limiti consigliati dal costruttore, valori che in ambito residenziale sono tipicamente dell’ordine di trenta–quaranta metri cubi d’acqua per metro quadrato di superficie filtrante all’ora. Questo si traduce in una portata nominale legata al diametro del filtro. Abbinare una pompa troppo potente crea passaggi troppo rapidi e riduce l’efficienza di separazione; una pompa troppo debole rende il controlavaggio inefficace e prolunga i tempi di ricircolo. La regola pratica è che l’impianto ricambi l’intero volume vasca in un arco tra quattro e otto ore, con variazioni legate a esposizione, numero di bagnanti e presenza di coperture. Una pompa a velocità variabile consente di filtrare a regimi bassi durante il giorno, con consumi ridotti e migliore resa sul letto, e di spingere il flusso solo per controlavaggi o per picchi di carico.

Il mezzo filtrante: sabbia quarzifera, vetro attivato e zeolite

La sabbia di quarzo lavata resta una scelta solida per affidabilità e costo. Va caricata a strati, con granulometria più grossa in basso e più fine in alto nei filtri progettati per stratificazione, oppure tutta uniforme quando previsto dal costruttore. Il vetro attivato nasce da materiale riciclato lavorato per ottenere superfici più “taglienti” e meno soggette a biofilm, con l’obiettivo di ridurre canali e migliorare la cattura delle particelle più fini; si apprezza anche la facilità di controlavaggio, spesso con minor consumo d’acqua. La zeolite, minerale microporoso, aggiunge capacità di scambio ionico, ad esempio con l’ammonio, e può contribuire a un’acqua più brillante; richiede però attenzione alle specifiche del filtro e al corretto lavaggio iniziale. Qualunque mezzo si scelga, col tempo perde efficienza meccanica: il ricambio si pianifica in media ogni tre–cinque stagioni, più spesso se la piscina è molto sollecitata o se la chimica è stata instabile.

Chimica dell’acqua e resa del filtro: come si aiutano a vicenda

Un filtro a sabbia lavora meglio quando pH, alcalinità e livello di disinfettante sono in ordine. Un pH troppo alto favorisce incrostazioni calcaree sul granulo e ne riduce la porosità, un pH troppo basso corrode componenti e può liberare metalli. L’uso di chiarificanti polimerici aiuta il letto a trattenere particelle molto fini perché le agglomera in fiocchi più grossi; i flocculanti più energici, invece, vanno usati con prudenza perché creano depositi che è meglio aspirare a scarico dal fondo, evitando di intasarne gli strati superiori. In presenza di alghe il filtro non è un sostituto della disinfezione: dopo il trattamento ossidante, i residui morti vengono raccolti dal letto e la pressione sale rapidamente; è normale dover fare controlavaggi ravvicinati durante la bonifica.

Manutenzione stagionale e segnali da non ignorare

A inizio stagione conviene aprire il coperchio del filtro, verificare lo stato del mezzo, livellare la superficie e controllare l’integrità dei laterali. Una sabbia piena di zolle o maleodorante suggerisce biofilm o canalizzazioni, casi in cui un lavaggio chimico dedicato può rigenerare senza sostituzione completa. Durante la stagione il manometro guida la frequenza dei controlavaggi, mentre l’osservazione dell’acqua in vasca racconta il resto: torbidità persistente con valori chimici corretti segnala spesso velocità di filtrazione eccessiva o letto impaccato. A fine stagione, dopo l’ultimo controlavaggio, si abbassa il livello sotto gli skimmer, si porta la valvola in posizione che non schiacci le guarnizioni e si svuotano i tappi di scarico del filtro e della pompa per evitare gelate interne. All’avvio successivo, un risciacquo breve prima della filtrazione evita di rimandare in vasca residui depositati nei mesi di fermo.

Problemi tipici: pressione alta, cicli corti, sabbia in vasca

Una pressione cronicamente alta anche dopo il controlavaggio indica che il letto è colmo di fini, che c’è incrostazione calcarea o che la portata è fuori scala; un lavaggio prolungato, un trattamento disincrostante o il ridimensionamento della pompa sono le vie da considerare. Se, al contrario, la pressione è bassa e l’acqua resta sporca, si sospettano prese d’aria all’aspirazione, cestelli skimmer intasati o girante della pompa ostruita. Cicli di filtrazione troppo corti con salite di pressione rapidissime tradiscono spesso un evento straordinario di carico organico: in questi casi si insiste coi controlavaggi e si ripristina la chimica. La sabbia in vasca è il segnale più evidente di rottura dei laterali o di controlavaggi eccessivamente violenti; la riparazione richiede lo svuotamento del filtro e la sostituzione dei collettori danneggiati.

Sicurezza, consumo d’acqua ed efficienza operativa

Lavorare sul filtro implica attenzione alla pressione interna: si spegne la pompa, si chiudono eventuali valvole, si scarica la pressione dalla valvola manuale o aprendo con cautela il coperchio solo quando il manometro è a zero. I controlavaggi consumano acqua, per cui ha senso ottimizzarne la frequenza affidandosi al manometro e non all’abitudine. Una copertura per la piscina abbatte il carico di sporco, riduce i cicli e migliora l’efficienza energetica. Un impianto ben dimensionato, con tubazioni senza strozzature e curve strette ridotte al minimo, consente di filtrare più lentamente e meglio, con meno rumorosità e minor consumo elettrico se si adotta una pompa a giri variabili.

Conclusioni

Nel quotidiano il filtro a sabbia lavora in sottofondo, quasi dimenticato. Il compito dell’operatore o del proprietario è leggere i suoi segnali e dargli il minimo indispensabile per rendere al massimo. Una routine fatta di cestelli skimmer svuotati, manometro controllato, controlavaggi fatti quando serve e chimica stabile produce quell’acqua brillante che fa sembrare tutto semplice. Dietro, il principio è sempre lo stesso: far passare lentamente tanta acqua quanta ne basta perché gli interstizi del letto granulare possano fare il loro mestiere, rigenerando periodicamente la struttura con un getto al contrario che rimescola, pulisce e riparte. Con questa logica, il filtro a sabbia resta—da decenni—la soluzione più robusta, economica e prevedibile per la maggior parte delle piscine private.

Articoli Simili

  • Come pulire il fondo della piscina Bestway
  • Come Aspirare Acqua Senza Pompa
  • Come scaricare acqua dalla lavatrice senza allagare
  • Come Funziona la Stufa Catalitica
  • Come disinfettare orecchini nuovi

Primary Sidebar

Cerca

Categorie

  • Altro
  • Bellezza
  • Casa
  • Consumatori
  • Fai da Te
  • Giardino
  • Hobby
  • Lavori Domestici
  • Sport
  • Tecnologia

Footer

Informazioni

  • Contatti

Handcrafted with on the Genesis Framework